Le Aziende Lasciano I Social: Mossa Astuta O Clamoroso Autogol?

da | Mag 8, 2019 | HOME STAGING E MARKETING IMMOBILIARE LODI | 0 commenti

Se ne è fatto un gran parlare nelle ultime settimane: le aziende lasciano i social e abbandonano soprattutto Facebook a favore dei canali proprietari, a loro detta per favorire la comunicazione interna e offrire un servizio migliore ai propri clienti.

La prima a dichiararlo pubblicamente in Italia è stata Lush, azienda produttrice di prodotti di bellezza con molti franchising nel nostro paese, ma la notizia delle aziende che lasciano i social è diventata virale con l’abbandono annunciato di Unicredit, che saluta Facebook, YouTube e Instagram, restando però disponibile su LinkedIn e Twitter.

Le Aziende Lasciano I Social: Quali Sono I Motivi Reali?

È stato scritto molto su questo fatto negli ultimi giorni, e a ragione, perché che un colosso bancario di così grandi proporzioni prendesse una decisione così netta diciamocelo, non se lo aspettava nessuno.

Unicredit potrebbe infatti aprire la strada a molte altre aziende, che a loro volta potrebbero decidere di abbandonare i canali social.

E a quel punto cosa succederebbe? Niente più comunicazione sociale per le imprese del nostro paese?

No, anzi, perché è interessante capire quali sono le ragioni che hanno portato Unicredit a lasciare Facebook &Co e a dedicarsi solo ai suoi canali proprietari.

Ufficialmente si parla di desiderio di instaurare un rapporto più puntuale con i propri clienti e fin qui niente da dire. In effetti i canali proprietari devono sempre essere privilegiati rispetto ai social, è una buona regola di marketing.

In parole pratiche avere un proprio sito e un proprio blog che funziona e che è punto di riferimento per i clienti e per i potenziali tali permette all’azienda di gestire gli affari ‘a casa propria’, mentre sui social è in affitto, condivide tutto con loro.

E proprio sulla condivisione sta il punto, perché stando ad un recente articolo del Sole24Ore la ragione principale dell’abbandono social di Unicredit deve essere cercata proprio nella condivisione dei dati dei propri clienti.

Voci neanche tanto più di corridoio parlano infatti di un cambiamento epocale di Facebook verso il diventare una vera e propria banca, quindi è logico che Unicredit abbia voluto salvaguardare i milioni di nomi che ha finora condiviso con i social tenendoseli per se, in vista di una futura, possibile, concorrenza.

E già questo basterebbe come ragione legittima.

Ce ne sono altre due però che non sono ufficialmente state dette e che invece Lush ha avuto il coraggio di dichiarare: l’azienda è stanca di combattere contro gli algoritmi.

Da molti mesi Facebook ha cambiato i suoi algoritmi e oggi le aziende che vogliono avere visibilità sul canale devono investire in advertisement per poterci essere.

In altre parole devono pagare al canale social perché faccia vedere i suoi messaggi, le sue promo, i suoi articoli, perché organicamente, ovvero senza pagare, Facebook non li fa vedere a nessuno.

Battere‘ l’algoritmo, come si dice in gergo, è difficile e costoso per le aziende.

Certo, con una buona strategia di social marketing tutto questo è possibile ma costoso , anche se può portare ottimi benefici di ritorno per le aziende.

La domanda sorge quindi spontanea, ovvero anche Unicredit si è stancata di dover investire su certi social per ‘esserci’?

La seconda questione interessa la moderazione, ovvero molte sono le persone che non solo chiedono informazioni sui social, Facebook per primo, ma anche i clienti che chiedono soluzioni e espongono le loro lamentele.

Tradotto nel lavoro di ogni giorno questo significa che Unicredit dovrebbe mettere in campo una vera e propria squadra di moderatori e di addetti alla gestione dei social per fare fronte alle migliaia di richieste che arrivano ogni giorno.

Richieste come lamentale di disservizi o di malfunzionamenti, spesso non scritte in forma privata ma postate pubblicamente in bacheca.

Sappiamo che se la moderazione non è veloce e puntuale la figura che l’azienda fa nei social è ‘barbina‘, ovvero chi legge e non vede una coerente risposta fa due più due e pensa subito all’inefficienza e alla mancata presenza di persone che sappiano aiutarle e supportarle nei servizi che hanno acquistato.

E Unicredit, stando ai quotidiani che hanno riportato e analizzato la notizia, non avrebbe certo brillato per supporto clienti negli ultimi tempi.

Alla fine della fiera questo evento, ovvero il fatto che le aziende lasciano i social merita di essere analizzato sotto diversi punti di vista, e di essere compreso in tutte le sue sfaccettature.

Perché nell’era digitale non basta solo esserci, ma bisogna esserci bene e l’abbandono social può diventare una mossa astuta, ma anche un clamoroso autogol che rischia di tagliare fuori le aziende dal mondo della rete facendole diventare invisibili, soprattutto per le nuove generazioni di potenziali clienti.

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Articoli di approfondimento:

Il Sole 24 Ore Ecco Perché Unicredit Abbandona Facebook e Instagram

Facebook Cambia L’Algoritmo

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