Gli Npl, o Non Performing Loans, sono i cosiddetti crediti deteriorati, ovvero i crediti che gli istituti di credito vantano nei confronti di soggetti insolventi e che, molto probabilmente, non potranno essere recuperati nel breve termine. Si tratta di un riflesso della crisi economica e di un fattore fortemente legato all’andamento del mercato immobiliare degli ultimi anni.
La Bce ha finalmente pubblicato una guida destinata alle banche che interessa la gestione di queste tipologie di crediti. Si tratta di un documento con il quale la Banca Centrale Europea richiede agli istituti di credito di mettere in campo delle strategie ‘realistiche e ambiziose’, al fine di ridurre la portata degli Npl. Questa è la richiesta, che non si è però associata a un obiettivo temporale o quantitativo ben determinato. La stessa Bce ha infatti riconosciuto che il recupero dei crediti deteriorati è un processo lungo e complesso quindi si è limitata nelle richieste, ma ha lanciato un forte messaggio, ovvero è necessario ridurre gli stock presenti nelle banche italiane.
Crediti deteriorati: i controlli della Bce
Quale la preoccupazione della Bce? La preoccupazione maggiore della Banca Centrale Europea interessa la mole di redditi deteriorati e, nella guida pubblicata, ha disegnato delle soluzioni adatte alle diverse tipologie di portafoglio. Gli istituti di credito dovranno assicurarsi come prima cosa che i dirigenti e i vertici facciano qualcosa di concreto per ridurre gli Npl, attuando strategie che devono includere manovre quali le cessioni dei portafogli o la loro gestioneinterna.
A monte della guida pubblicata vi sarà un dialogo continuo fra vigilanza e singole banche e la Bce andrà ad applicare il principio di proporzionalità, modificando il suo livello di presenza e di ‘intrusione’ a seconda dell’ampiezza di portafogli di crediti deteriorati che ogni banca possiede. Ecco che la strategia pensata dai singoli istituti di credito dovrà essere comunicata entro il primo trimestre di ogni anno ai joint supervisory teams, ai quali le banche dovranno riportare la valutazione dei progressi che sono stati raggiunti nel corso dei dodici mesi precedenti. Il piano verrà quindi monitorato nei risultati e la Bce si aspetta anche di ottenere informazioni relative all’assetto di governance e all’attribuzione dei ruoli delle persone che sono coinvolte nelle attività di recupero crediti.
La guida della Bce potrebbe quindi proporsi come il primo passo verso la risoluzione dei crediti deteriorati nel paese, dove molti comprendono soluzioni derivate dal mercato immobiliare. Quale sarà il futuro dei crediti di questa tipologia? Come assorbirà il mercato immobiliare l’eventuale arrivo di questi beni? Si tratta di domande molto interessanti, ma prima di valutare una risposta, sarà interessante comprendere quali saranno le singole strategie messe in campo dalle banche italiane per sbloccare questa situazione, figlia della crisi e di un atteggiamento completamente errato in materia di concessione del credito negli ultimi anni.
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